Lawrence Ferling Monsanto nasce il 24 marzo del 1919 a Yonkers, New York, da Clemence Mendes-Monsanto e Charles Ferling, banditore d’aste di origini bresciane, che aveva anglicizzato nome e cognome nella nuova patria. Nel gennaio del ’51 si trasferisce da New York a San Francisco, città più promettente per un artista–scrittore trentenne. Lavora ad un romanzo, traduce Prevert, entra a far parte del circolo poetico di Kenneth Rexroth e trova impiego come insegnante. Dal ‘54, avendo trovato su un certificato il cognome originale del padre, inizia a firmarsi Lawrence Ferlinghetti. Noto in tutto il mondo come protagonista della controcultura americana, fin dai tempi della Beat Generation, per aver fondato nel‘54 la celebre libreria e casa editrice City Lights Bookstore, per aver pubblicato nel ’56 Howl and Others Poems di Allen Ginsberg, per la sua raccolta poetica The Coney Island of the Mind che a tutt’oggi è uno tra i libri di poesia più venduti al mondo dopo Dante e Omero, nel 1998 viene insignito dell’onorificenza di Poet Laureate di San Francisco, che gli ha intitolato tra l’altro una strada e dichiarato il 2 ottobre City Lights Bookstore Day. Lawrence Ferlinghetti, cinquant’anni e più di poesia ed un itinerario creativo particolarissimo. Sapere ad esempio che egli è stato disegnatore e pittore fin dal ’48 e che nell’Università di California, a Santa Cruz, ci sia la sede permanente del Ferlinghetti Art Archive, sorprende quasi tutti coloro che lo conoscono solo come famoso poeta ed editore. Nella sua lunga attività creativa c’è poi uno spazio tutto italiano: l’intensa collaborazione artistica con Francesco Conz, l’archivista planetario delle Avanguardie storiche, che lo avvicina alla percezione ludica del movimento Fluxus e stimola la sua arte -European-made-. Lawrence Ferlinghetti poeta-editore-traduttore-disegnatore-pittore-fotografo è dire il testimone ultimo, il mentore d’eccezione di quel complesso fenomeno d’oltreoceano, la Beat Generation, che ebbe le sue radici anche nelle avanguardie surrealiste e futuriste europee (interdette dai regimi fascisti e pertanto rifugiatesi negli States), nell’assunzione poi della filosofia buddista e del ritmo jazz-pop, due linguaggi di universale comprensione come modi musicali costruttivi del testo letterario. Il mito Beat vede la sua nascita a San Francisco nel’54, quando i poeti di strada del Greenwich Village di New York Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Gregory Corso si incontrano con i californiani Lawrence Ferlinghetti, Philip Lamantia, Philip Wahlen, Robinson Jeffers, Gary Snyder e fiorisce così la San Francisco Poetry Reinassance, sognata dal poeta populista Kenneth Rexroth (già obiettore durante la seconda guerra mondiale). Il Rinascimento Poetico di San Francisco costituisce un evento culturale miracoloso da costa a costa: avventura e scrittura. In sintesi, la sovversione contro l’America reazionaria degli anni ’50: la messa in discussione del militarismo, del denaro, dell’ideologia del successo, che si identifica attraverso una radicale contestazione della società borghese, le lotte pacifiste, l’antirazzismo, la difesa dei diritti civili, la liberazione del pensiero, del sesso, delle donne, dei gay e dei popoli oppressi, l’affermazione della possibilità di un mondo e di una vita individuale e collettiva diversi e più consoni all’essere umano, anticipando di molti anni, tutti i temi centrali della ribellione giovanile nel secondo Novecento. E in questo contesto Lawrence Ferlinghetti, sostenitore della piccola editoria indipendente, s’inserisce in modo temerario pubblicando Howl, appoggiando la rivoluzione cubana e le proteste contro la guerra in Vietnam, partecipando attivamente alle spedizioni di Greenpeace, scelte queste che gli costeranno arresti e processi. La sua City Lights Bookstore sulla Columbus Avenue di San Francisco, prima libreria Usa per soli tascabili, diventa il ritrovo di tutti i poeti lontani dal linguaggio accademico ed immersi nella parlata comune della poesia di strada: <>. Lawrence Ferlinghetti è stato, è tuttora il più tenace propugnatore di tutta una poesia d’avanguardia sovranazionale che sa esplorare l’ignoto tra segno e parola e ha scritto Giuseppe Conte <>, come ama essere chiamato,<>, al suo costante impegno sociale, alla sua forza di agitatore, al suo essere una delle ultime grandi coscienze americane…<>
Laura Zanetti
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