Sbarcati a Poros (Cefalonia) ci avviamo verso nord, costatando con piacere che siamo l’unica macchina uscita dal traghetto che prende questa direzione. Infatti i luoghi più turistici e pieni di spiagge sono verso sud. Attraversando i monti all’interno dell’isola abbiamo visto due grandi rapaci, probabilmente due grifoni, che solteggiavano in cielo. Continuiamo il nostro viaggio costeggiando la sponda orientale che è parallela all’isola di Itaca. In prossimità di Agios Eufemia l’isola si restringe e la carrozzabile passa a costeggiare la sponda occidentale, proprio all’altezza della famosissima spiaggia di Myrtos.
Qui la strada inizia a salire per poi continuare a strapiombo sul mare, con tanto di capre che pascolano tranquillamente al bordo del precipizio. La mia fobia per il vuoto si fa sentire, ma tutto passa una volta arrivati in vista di Assos.
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Il paese ha un piccolo golfo interno e una penisola sormontata da una fortezza veneziana.

La famosissima spiaggia di Myrtos è stata un po’ una delusione. Bellissima se vista dall’alto, meno spettacolare dal basso. In particolare l’acqua era di un colore bianco-latte e sembrava di fare il bagno in un mare di orzata. La sera siamo andati a Aghia Efimia, un simpatico paese con un porticciolo turistico.
Fiskardo è il paese più a nord dell’isola e l’unico che non sia stato distrutto dal terremoto degli anni ’50. A questo proposito devo annotare che una sera ad Assos abbiamo avuto due brevi, ma forti scosse. Ci è stato detto che queste scosse si verificano un paio di volte ogni estate.
Dopo 4 notti, come da programma, lasciamo Assos, un po’ a malicuore, per dirigerci verso sud a prendere il traghetto per Zante. A proposito, i biglietti per il traghetto non si possono fare in anticipo e, ad ogni informazione richiesta, riceviamo orari sempre diversi. Per questo motivo ci muoviamo con largo anticipo dirigendoci verso il capoluogo Argostoli.
Giunti in paese ci fermiamo per una piccola visita del centro storico e del ponte di Drapanos (lungo 900 metri) che collega Argostoli con la costa di fronte.

A metà giornata giungiamo al piccolo molo dove è ancorato il traghetto per Zante, non proprio di recente costruzione e sicuramente meno confortevole di altri, ma c’è! (Nutrivamo seri dubbi dovuti alle notizie divergenti sull'orario).
La traversata si svolge senza problemi, anche se l’equipaggio manovra la nave con molta disinvoltura. In particolare l’arrivo a Zante ricorda più un parcheggio in città con il traghetto che entra in porto a velocità sostenuta per fermarsi a pochi centimetri dalla banchina.