sabato 28 giugno 2008

Viaggio in Grecia (parteII: Peloponneso; Olimpia)

Da Corinto riprendiamo il viaggio dirigendosi verso Olimpia, decidendo di passare per il centro del Peloponneso. Nel primo tratto autostradale il viaggio procede piacevolmentre attraversando zone rigogliose e poco battute dai turisti. I problemi cominciano alla fine dell’autostrada. Una serie di curve e saliscendi ci porta fino a Megalopoli dove le segnalazioni stradali sono pressoché inesistenti. Dopo qualche tentativo riusciamo a prendere la strada per Andristena. Contenti e rilassati ci godiamo questo itinerario in mezzo ai boschi dal paesaggio vario e piacevole. Ai bivi non ci sono cartelli e alcune strade sono asfaltate di recente. Prendendo una di queste strade raggiungiamo un piccolo paese sperduto in cima ad una montagna. Il paesaggio continua a essere bello, ma è ormai chiaro che ci siamo persi!
Attraversiamo anche un torrente dalle acque cristalline che mai avremmo pensato di trovare al centro della Grecia. Il fiume, ottimo per trote e canoe, è attraversato da un piccolo e ben mantenuto ponte a “schiena d’asino”, non so dire se di origine romana o turca. Continuiamo a percorrere la nostra (unica) strada che prosegue alta sopra un precipizio. Dopo un po’ troviamo un’altro piccolo paese con l’indicazione Olimpia. Ci rinfranchiamo e proseguiamo seguendo l’indicazione. La strada si getta a capofitto in discesa e, improvvisamente, diventa sterrata. Proseguiamo lentamente per vari chilometri lungo la strada sterrata. Abbiamo l’impressione che in linea d’aria non siamo troppo distanti da Olimpia, ma le pochissime strade si perdono tra boschi e campi ubertosi. Giunti in un piccolo villaggio formato da tre case abbiamo una piccola ma decisiva indicazione da una persona che parla un po’ l’inglese. Dicendo “left” e indicando a destra, l’uomo ci dirige verso una strada asfaltata che porta al villaggio di Pyrgo. Ci siamo! E invece no! Ogni volta che crediamo di aver raggiunto la carrozzabile giusta ci ritroviamo improvvisamente nell’ennesima strada sterrata in mezzo ai campi, tombe micenee e carbonaie in funzione.
Arriviamo a Olimpia poco prima del tramonto e piuttosto affaticati, condizione che ci condiziona nella scelta infelice dell’albergo. Quando sei stanco e arrivi tardi non hai il tempo e la lucidità per fare le scelte migliori. Almeno la trattoria all’aperto è discreta, ma in Grecia è difficile mangiar male.
Una volta tornati in Italia vediamo in televisione quei bellissimi boschi e campi del Peloponneso devastati da una serie di gravi incendi che sono arrivati sino alle porte del sito archeologico di Olimpia. I danni sono incalcolabili: almeno 500 abitazioni; migliaia di ettari di campi coltivati; foreste di pini, abeti e platani e sopratutto decine di vittime tra la popolazione tra cui molti bambini.
A Olimpia siamo stati subito impressionati dal territorio circostante. Il sito è immerso nel verde e, verosimilmente, doveva essere così anche in antichità. L’organizzazione dei giochi ricorda le manifestazioni sportive dei nostri tempi con edifici per gli atleti e luoghi di svago e di ricreazione per il pubblico. Quando si svolgevano i giochi era anche un’occasione per l’allestimento di rappresentazioni teatrali e spettacoli vari. I giochi si svolgevano ogni quattro anni e servivano anche da calendario; un particolare evento veniva datato un determinato numero di anni e di mesi prima o dopo una olimpiade. Gli editti di Teodosio I nel 393 d. C. e di Teodosio II nel 426 decretarono la fine dei giochi, ritenuti riti pagani, e la distruzione di Olimpia.
Dopo Olimpia ci siamo diretti a Killini per prendere il traghetto per Cefalonia.

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