dalla tesi di
Francesco Licciardi
Storia ed Estetica della Musica 1
diploma accademico di II livello
Conservatorio "L. Refice" di Frosinone
Francesco Licciardi
Storia ed Estetica della Musica 1
diploma accademico di II livello
Conservatorio "L. Refice" di Frosinone
Colonialismo e Schiavitù Nera
Nei primi decenni del XVI secolo, cominciò la conquista da parte dei coloni, di vasti territori americani, dello sfruttamento dei loro fertili terreni e delle ricche miniere d’oro e d’argento.
Non potendo contare sulla manodopera locale(gli indios, originari abitanti di quelle terre, non riuscivano a portare avanti l’estenuante lavoro della terra e l’estrazione dei metalli), iniziò quella che divenne la più grande tratta di schiavi neri d’Africa.
Tali schiavi svolgevano i lavori più duri, senza avere alcun tipo di diritto.
Nonostante vivessero una vita di orrori, privazioni e sacrifici, la riproduzione portò il numero degli schiavi ad aumentare, costituendo nel 1700 più del 30% della popolazione totale.
Nell’ultimo decennio del 1700 lo sviluppo del cosiddetto regno di cotone, portò l’impiego degli schiavi nei lavori di campo, nella coltivazione del tabacco oltre che del cotone.
Nei primi decenni del XVI secolo, cominciò la conquista da parte dei coloni, di vasti territori americani, dello sfruttamento dei loro fertili terreni e delle ricche miniere d’oro e d’argento.
Non potendo contare sulla manodopera locale(gli indios, originari abitanti di quelle terre, non riuscivano a portare avanti l’estenuante lavoro della terra e l’estrazione dei metalli), iniziò quella che divenne la più grande tratta di schiavi neri d’Africa.
Tali schiavi svolgevano i lavori più duri, senza avere alcun tipo di diritto.
Nonostante vivessero una vita di orrori, privazioni e sacrifici, la riproduzione portò il numero degli schiavi ad aumentare, costituendo nel 1700 più del 30% della popolazione totale.
Nell’ultimo decennio del 1700 lo sviluppo del cosiddetto regno di cotone, portò l’impiego degli schiavi nei lavori di campo, nella coltivazione del tabacco oltre che del cotone.
Gli Schiavi e la Musica
La propensione naturale dei neri per la musica, venne in questo periodo maggiormente incrementata dall’egemonia cristiana dei missionari, che convertirono ed educarono religiosamente i neri. Il canto e la musica scandivano la loro vita di agricoltori, facendogli soppor-tare la fatica e la sofferenza, così come la loro vita religiosa nelle chiese, fomentando la speranza del paradiso.
Il canto dei neri, fondeva la parte melodica dei canti europei ai ritmi sincopati degli africani, poggiandosi su testi presi dal vangelo, ma attualizzati alla loro vita di schiavi (spiritual song). Si differenziava però dai canoni occidentali per i suoni emessi dai cantanti (per la maggior parte diversi dai registri conosciuti dai bianchi), perché era un fenomeno collettivo e perché pur essendo un gruppo, esisteva comunque un leader che dava vita al call-and response (i versi venivano ripetuti dal coro), inoltre i cantanti improvvisavano facendo si che il canto non si ripetesse sempre nello stesso modo, infine il canto non veniva accompagnato da strumenti ma dal battito delle mani (clapping).
Nascita della Old-Time Music, dell'Hillbilly e del Country
Nella colonizzazione del Nord America, alla fine del XVII secolo, pionieri emigrati dall’Europa, provenienti prevalentemente dalle isole Britanniche, soprattutto Inglesi, ma anche Scozzesi e Irlandesi, si stanziarono nella zona dei monti Appalachi meridionali, dando vita a piccole comunità rurali, basate su un’economia agricola di piccola scala (spesso sufficiente solo a soddisfare i bisogni dei coltivatori stessi) e su un’organizzazione sociale ancorata alle tradizioni proprie delle genti che la costituivano, rimanendo isolate e indipendenti rispetto ai grandi centri industriali ed urbani, almeno fino al XIX secolo inoltrato.
La musica folk americana bianca, nasceva proprio da queste comunità.
Gli strumenti musicali più importanti erano il violino chiamato fidlle, suonato in modo rozzo e ritmico, il tamburo a cornice, la cornamusa.
La musica di derivazione inglese e celtica svolgeva principalmente tre funzioni: sociale, di comunicazione, religiosa.
La tradizione della old-time music fondeva la riproduzione e rielaborazione di antiche ballate e songs inglesi (inizialmente eseguite ad una voce sola poi arricchite da uno o più strumenti), con la musica popolare per violini (fiddle), dando vita a melodie e danza chiamate fiddle tunes.
Dalla seconda metà del XIX secolo, soprattutto dopo l’abolizione della schiavitù e l’emancipazione dei neri, la cultura musicale di queste comunità subì l’influenza della cultura afro, degli spettacoli iteneranti (ministrel show) e l’incremento di nuovi strumenti quali il banjio e la chitarra (che affiancati al violino popolare e alle vecchie tradizioni vocali, diedero vita alle string bands).
Il declino della old-time music avvenne con l’avvento dei mezzi di telecomunicazione e con lo sviluppo della produzione commerciale ed industriale della musica. Tali eventi snaturalizzarono il significato che la musica stessa era per queste comunità, producendone la trasformazione di tale stile nello Hillbilly, termine dispregiativo (da hill/collina, billy/capra), offensivo nei confronti di questa gente, divenendo anticamera della country music, genere musicale composta da molti filoni artistici, tra i quali principalmente il Bluegrass (caratterizzato da veloci assoli di mandolino, banjo e violino) e la Western music (caratterizzata da tradizionali ballate).
Nella colonizzazione del Nord America, alla fine del XVII secolo, pionieri emigrati dall’Europa, provenienti prevalentemente dalle isole Britanniche, soprattutto Inglesi, ma anche Scozzesi e Irlandesi, si stanziarono nella zona dei monti Appalachi meridionali, dando vita a piccole comunità rurali, basate su un’economia agricola di piccola scala (spesso sufficiente solo a soddisfare i bisogni dei coltivatori stessi) e su un’organizzazione sociale ancorata alle tradizioni proprie delle genti che la costituivano, rimanendo isolate e indipendenti rispetto ai grandi centri industriali ed urbani, almeno fino al XIX secolo inoltrato.
La musica folk americana bianca, nasceva proprio da queste comunità.
Gli strumenti musicali più importanti erano il violino chiamato fidlle, suonato in modo rozzo e ritmico, il tamburo a cornice, la cornamusa.
La musica di derivazione inglese e celtica svolgeva principalmente tre funzioni: sociale, di comunicazione, religiosa.
La tradizione della old-time music fondeva la riproduzione e rielaborazione di antiche ballate e songs inglesi (inizialmente eseguite ad una voce sola poi arricchite da uno o più strumenti), con la musica popolare per violini (fiddle), dando vita a melodie e danza chiamate fiddle tunes.
Dalla seconda metà del XIX secolo, soprattutto dopo l’abolizione della schiavitù e l’emancipazione dei neri, la cultura musicale di queste comunità subì l’influenza della cultura afro, degli spettacoli iteneranti (ministrel show) e l’incremento di nuovi strumenti quali il banjio e la chitarra (che affiancati al violino popolare e alle vecchie tradizioni vocali, diedero vita alle string bands).
Il declino della old-time music avvenne con l’avvento dei mezzi di telecomunicazione e con lo sviluppo della produzione commerciale ed industriale della musica. Tali eventi snaturalizzarono il significato che la musica stessa era per queste comunità, producendone la trasformazione di tale stile nello Hillbilly, termine dispregiativo (da hill/collina, billy/capra), offensivo nei confronti di questa gente, divenendo anticamera della country music, genere musicale composta da molti filoni artistici, tra i quali principalmente il Bluegrass (caratterizzato da veloci assoli di mandolino, banjo e violino) e la Western music (caratterizzata da tradizionali ballate).
Nessun commento:
Posta un commento