giovedì 28 giugno 2007

La Patrie dal Friûl - La Patria del Friuli

"La Patrie dal Friûl” è un opera prodotta da Enzo Pezzali formata da un libro (con testi e immagini) e un documentario in dvd (diviso in tre parti di un'ora).
L'opera descrive il Friuli in tutti i suoi aspetti: da quello storico a quello scientifico, da quello linguistico a quello musicale e così via.
La Patrie dal Friûl è una produzione Lor.Enz Multimedia Produzioni - Società Filologica Friulana - Antoniomaria Bardelli, in collaborazione con la Società Scientifica e Tecnologica Friulana e l'Ente Friuli nel Mondo. La regia del documentario è di Francesco e Marcello Baldi, le fotografie del libro sono di Francesco Baldi.
Puoi vedere le fotografie che ho fatto durante i sopralluoghi del documentario. Si tratta di fotografie di servizio, diverse da quelle inserite nel libro.
dall'Introduzione di Franco Fabbro: "... L'idea di produrre un'opera multimediale sulla "Patria del Friuli" è nata dall'incontro con Enzo Pezzali, che alcuni anni prima aveva partecipato alla realizzazione di una grande opera sulla lingua aramaica intitolata "The Hidden Pearl"... Pur con le dovute distinzioni, la questione aramaica presenta molte similitudini con la questione friulana. Si tratta in entrambi i casi di lingue e culture con una storia importante...
Un aspetto fondamentale per la "Patria del Friuli" è la diaspora dei friulani nel mondo. Nei diversi paesi e continenti del mondo vivono infatti più friulani, o discendenti diretti dei friulani, che in Friuli. Molte di queste persone conoscono oramai soltanto alcuni rudimenti della lingua, della storia e della cultura friulana. Nella stessa condizione si trovano numerosi giovani friulani. La Patrie dal Friûl vuole essere uno strumento moderno per mantenere viva la conoscenza delle radici friulane e per rinsaldare, almeno a livello spirituale, l'identità friulana...
La Patrie dal Friûl viene presentata in tre modalità: 1) i film diretti da Francesco e Marcello Baldi; 2) la sezione fotografica di Francesco Baldi; 3) una serie di saggi coordinati dal sottoscritto.

domenica 24 giugno 2007

foto 2006

Queste sono alcune foto fatte nel 2006 con la mia digitale amatoriale.
Sono state fatte sul set del documentario "Valpiana" e durante i miei viaggi.




Valpiana - Luca e la mucca


Valpiana - Francesco


Madrid - Metropolitana




Londra - Trafalgar Square


Berlino - Potsdamer Platz



Irlanda - penisola di Dingle

sabato 23 giugno 2007

Frank Zappa - la vita e le opere 3

Frank Zappa - terza parte
Negli anni successivi la band cambia di continuo. Dapprima con il ritorno di Captain Beefheart in Bongo Fury; in seguito con l’inserimento di una sezione fiati composta da famosi jazzisti (tra cui i fratelli Randy e Michael Brecker) per una serie di concerti a New York, documentati dal doppio Zappa in New York. Durante questo periodo viene anche pubblicato Zoot Allures, in cui Zappa fa quasi tutto da solo, aiutato dal batterista Terry Bozzio, ad eccezione di alcuni brani tra cui spicca Black Napkins, uno dei suoi più famosi assoli di chitarra.

In questi anni Zappa è impegnato su più fronti con diverse cause legali: con la Royal Albert Hall, per l’annullamento del concerto di presentazione di 200 Motels nel 1971 (perde la causa nel 1975); con la MGM, per rientrare in possesso dei master dei suoi primi dischi (vince la causa nel 1976, ma riuscirà a riavere i nastri solo nel 1982); con il manager Herb Cohen (per questa causa Zappa è costretto a rinunciare definitivamente all’uso del nome Mothers); infine con la Warner Brothers, colpevole di non avergli pagato gli ultimi lavori consegnati per adempiere gli obblighi contrattuali.

La situazione discografica rimane confusa fino al 1979. La DiscReet fa uscire nel giro di pochi mesi tre LP (Studio Tan, Sleep Dirt e Orchestral Favorites) in maniera semiclandestina e senza altre indicazioni in copertina che i titoli dei brani.
A questo periodo risale anche il box di 4 LP Läther, rimasto inedito per questioni legate ai diritti, in quanto buona parte del materiale contenuto era in comune con i nastri già in possesso della Warner.
Nel frattempo Zappa ha firmato per la PolyGram, che distribuirà i suoi dischi per la neonata Zappa Records. Il primo di questi, pubblicato nel 1979, è Sheik Yerbouti, registrato tra il 1977 e il 1978 con un gruppo comprendente anche il chitarrista prodigio Adrian Belew che ha suonato per musicisti come Bowie, Byrne e Fripp. Segue l’opera rock in tre atti Joe’s Garage, ambientata in un futuro in cui è proibito suonare musica e dove l’eroe è un chitarrista in prigione.

In questo periodo Zappa si fa costruire in casa un proprio studio di registrazione domestico, lo Utility Muffin Research Kitchen, per continuare ad utilizzare la pratica di sovraincidere tracce provenienti da diverse registrazioni, mescolando in particolare gli assoli di chitarra registrati dal vivo con basi in studio.

Il 1979 vede anche la prima a New York del suo secondo lungometraggio, Baby Snakes, ricavato in gran parte da filmati realizzati in occasione di un concerto al Palladium di New York nel giorno di Halloween 1977, e integrato da interviste e scene da studio. Vi compaiano anche delle animazioni realizzate con la plastilina da Bruce Bickford, con il quale Zappa collaborerà ancora.

All’inizio degli anni '80 Zappa cambia nuovamente casa discografica. Si appoggia alla CBS per la sua nuova etichetta Barking Pumpkin Records, che esordisce con un doppio album, Tinsel Town Rebellion e una collezione di tre LP, dal nome collettivo di Shut Up and Play Your Guitar, una raccolta di assoli di chitarra dal vivo estrapolati dai brani che li contenevano.
Nei successivi lavori compare un giovane e promettente chitarrista italoamericano, Steve Vai, ingaggiato per la sua abilità nel gestire la poliritmia della musica di Zappa e nel trascrivere i suoi assoli chitarristici.

Il 1983 vede il concretizzarsi dei progetti orchestrali lungamente accarezzati, ma sempre annullati per le notevoli difficoltà organizzative e il pesante impegno finanziario richiesto. Partiture vecchie e nuove vengono messe a punto ed eseguite al Barbican Centre di Londra dalla London Symphony Orchestra diretta da Kent Nagano. Al concerto seguono tre giorni di registrazioni in studio, che daranno origine a due LP pubblicati separatamente e a distanza di quattro anni, perché Zappa aspetta che le nuove tecnologie digitali gli permettano di correggere gli errori degli orchestrali dei quali lamenta lo scarso impegno e la poca professionalità.
Andrà meglio l’anno successivo, con The Perfect Stranger che coinvolge Pierre Boulez e l'Ensemble InterContemporain. L’album raccoglie sette danze orchestrali, fra cui Dupree’s Paradise, trascritta per orchestra e due pianoforti e Jonestown, un pezzo che rappresenta uno dei vertici sperimentali di Zappa. The Perfect Stranger è completato da alcune composizioni di Zappa per Synclavier, un avanzatissimo sistema computerizzato per la composizione e il montaggio che il musicista aveva recentemente acquistato, e che utilizzerà sempre più freequentemente per la messa a punto dei suoi lavori.
Con il Synclavier pubblicherà Francesco Zappa, una rielaborazione elettronica della musica di un suo quasi omonimo, oscuro compositore italiano del '700.

In questo periodo rimane coinvolto nella disputa che oppone l’industria discografica ad alcune associazioni puritane che imporranno l’applicazione di uno sticker di avvertimento su quei dischi contenenti canzoni dal testo scabroso. Il provvedimento colpirà lo stesso Zappa, ironicamente su un disco completamente strumentale!
Sul piano musicale, si segnalano le prime esecuzioni pubbliche di due sue nuove composizioni, Time’s Beach e None of the Above commissionategli da gruppi specializzati in musica contemporanea, l'Aspen Wind Quintet e il Kronos Quartet.
Meets the Mothers of Prevention è ispirato dalle sue recenti esperienze testimoniali (contiene un brano, Porn Wars, realizzato con un collage di frammenti delle udienze senatoriali, dialoghi da Lumpy Gravy e accompagnamento di Synclavier) e Jazz From Hell. Entrambi contengono parecchie composizioni per synclavier. In Jazz From Hell solo un brano eseguito da una band reale.
Finalmente Zappa può ascoltare la sua musica eseguita esattamente come vuole lui, senza gli inevitabili errori e le imprecisioni dovute all’estrema complessità ritmica delle partiture, troppo difficili per gli esseri umani.

Con l’avvento del Compact Disc i nuovi lavori vengono concepiti sfruttando la maggiore dinamica e capacità del mezzo.
L’accordo sottoscritto con la Rykodisc gli permette di ristampare gli album del suo catalogo, spesso in versioni rimissate e con aggiunta di materiale, parallelamente a quelle delle novità. Guitar, del 1988, è un’altra raccolta di assoli di chitarra estratti prevalentemente dai concerti del 1982-84, con l’aggiunta di 13 brani.
Contemporaneamente vede la luce il primo volume della collana You Can’t Do That On Stage Any More, che compirà una panoramica sulla musica dal vivo di Zappa dal 1968 al 1988.
Nel 1988 Zappa effettuerà l’ultima serie di concerti dal vivo, documentata nei dischi Broadway The Hard Way, The Best Band You Never Heard in Your Life e Make a Jazz Noise Here.
Il 1989 dà alle stampe The Real Frank Zappa Book, sorta di autobiografia scritta con l’assistenza di Peter Occhiogrosso. Inoltre pubblica cinque video tra i quali figurano Uncle Meat (iniziato nel 1968 e completato solo molti anni dopo), The True Story of 200 Motels (documentario sulla realizzazione del suo primo lungometraggio) e Baby Snakes.
La sua infaticabile attività subisce un brusco ridimensionamento a partire dall'anno succcessivo, quando nel corso di accertamenti diagnostici scopre il tumore che lo ha colpito, in uno stadio già piuttosto avanzato che lo rende inoperabile.
Nel frattempo, il mondo culturale accademico si è finalmente accorto di lui e dopo numerose offerte rifiutate, il direttore del Festival di Francoforte riesce a convincerlo e lo inserisce in un programma di concerti nel 1992 comprendente, oltre ai suoi, lavori di Cage, Stockhausen eseguiti dall'Ensemble Modern.
A luglio 1991 i musicisti dell’Ensemble Modern trascorrono due settimane negli studi di Zappa, per familiarizzare con la sua musica. Il compositore rimane impressionato dalla dedizione, dalla passione e dalla professionalità con cui i membri del gruppo affrontano questo impegno, e insieme realizzano il programma musicale comprendente alcune nuove composizioni, rielaborazioni di vecchi temi e trascrizioni di brani dal Synclavier.
I concerti tenuti a Francoforte, Vienna e Berlino nel settembre 1992 sotto il titolo di The Yellow Shark, sono un enorme successo di pubblico e critica.
Il 6 Dicembre 1993 la famiglia Zappa da l’annuncio che Frank è deceduto due giorni prima, ed stato cremato e sepolto con una cerimonia privata.
Negli ultimi tempi della sua vita, già gravemente malato, dimostrò di non aver perso la sua vena polemica, annunciando, come già fatto qualche decennio addietro, di volersi candidare alla Presidenza degli Stati Uniti, in aperto dissenso con la politica dell’ex Presidente Reagan e con quella di George H. W. Bush.
La sua sterminata produzione musicale è ancora in parte sconosciuta: attualmente il suo patrimonio artistico è gestito dalla moglie Gail e dai figli (fra cui Dweezil Zappa) che stanno pubblicando alcuni album e DVD postumi. Zappa fu perennemente in bilico tra il rock, il jazz, il teatro dell’assurdo e la ricerca musicale più avanzata.
Oggi il nome di Zappa compare sempre più frequentemente nei programmi delle sale da concerto in tutto il mondo, e molti dei suoi brani sono stati ripresi e incisi da gruppi di diversa estrazione musicale.
L’Ensemble Modern, che a buon diritto può definirsi la sua ultima band, ha realizzato un nuovo programma di musiche zappiane nei propri concerti, riportato anche su un CD, The Adventures of Greggery Peccary and Other Persuasions.
Zappa concepiva la musica come “decorazione del tempo”, divertente e libera da schemi prestabiliti.
fonti:
Assante, Castaldo - Blues, Jazz, Rock, Pop il novecento americano
Zappa, Occhiogrosso - Frank Zappa l'autobiografia

domenica 17 giugno 2007

L'Adige - domenica 1 aprile 1997

Valpiana e il miracolo del formaggio
Francesko Baldi, un video sulla più mitica della malghe
di Renzo M. Grosselli

Il flauto e il vento, con le nubi a camminare nel cielo. Inizia così il video «Valpiana», regia di Francesko Baldi. E finisce, quasi, con una breve frase di Francesco, il malgaro: «Noi piccoli non ci guardano, se va avanti così la montagna è persa». Il flauto, fatto di solitudine, ad iniziare il racconto della montagna. Che è il racconto di tutte le montagne nostre. Il flauto nel vento, con le nubi in veloce cammino. E rocce e l'ultima neve. L'aria allora, su cui si raccolgono i prati e le poche costruzioni di una malga. Valpiana, val Calamento, più di 1.800 metri sul livello del mare ed una proprietà diversa. Qui i padroni, che ci hanno investito nel corso dei decenni, sono della famiglia Buffa di Castell'Alto, nobiltà di Telve Valsugana. Poi viene l'acqua, fatta di neve dapprima, poi figlia di piogge montane, di fulmini e scrosci. E va giù l'acqua, per le spalle del monte, gli corre sui reni, raggiunge i polpacci della montagna. E corre e si fa ruscello e poi più grande ancora. Coi suoi giochi, l'acqua, i saltelli e gli sciacquii ma anche i ciottoli, coi loro colori diversi. E viene il prato, le margherite e quei fiori che paiono grandi papaveri, ma gialli non rossi. La musica ora, bretone, ad accompagnare la videocamera che si fa d'erba, s'inverdisce. Una lunga ferita sul monte C'è una lunga ferita che si apre sul monte ed è la prateria dove giace Valpiana. La malga che quieta la musica e libera, invece, suoni di campanacci. Perché è l'estate e gli animali stanno lassù e sono le capre, coi campanelli, e le mucche con i campanacci e qualche cavallo che se ne va libero perché i cavalli sono come il vento e se anche li prendi, li tieni per poco e poi corrono via. Sono muggiti, belati, nitriti, versi che vengono dritti dalla nostra infanzia. Ma lassù, a Valpiana, avverti anche delle voci di bimbi prima del silenzio. È il silenzio che annuncia l'arrivo sull'Alpe di Francesco e di Angelina. C'è ordine con loro, c'è anche pulizia. « Quanti ani gavévo? Quindici. Sempre con le bestie. Una malga buona Valpiana, come erba. Come pascoli. Qua il burro diventa giallo, anche il formaggio. Qui e anche a Montalon. Ma non più in basso. Ma c'è poca acqua» dice il malgaro, il casaro, dice Francesco che da una vita fa il formaggio. Il verde è bellissimo, come di una donna che abbia fatto i vent'anni e si mostri nella sua perfetta maturazione, prima di ogni decadenza, nel momento stesso in cui la clorofilla le ha aperto il sorriso al giorno, le ha modellato il seno. E Francesco, Francesco di Valpiana: «Il formaggio da un giorno all'altro non è eguale. Cambia di giorno in giorno. Ma anche le stesse forme che faccio in un giorno sono diverse, il sapore cambia da una forma all'altra, da un giorno all'altro». Perché è la magia del formaggio. Quanto è lontano quel mercato che, come ci disse un giorno quel funzionario provinciale, garantisce una qualità costante ma anche l'assoluta igienicità e «porta il nostro nome nel mondo». No: tutto ma non questo, il nostro nome è Malga Preghena, nella montagna di Non, o Setteselle, qui vicino, a questo nome noi rispondiamo per sangue e per spirito libero. Ogni forma di formaggio nel firmamento delle malghe ha il suo sapore: perché ogni forma è una vacca, sono due vacche o tre vacche e le erbe soprattutto, quelle di quel giorno e di quel sole, con o senza i fiori. Questa è Valpiana. Anche. Un vecchio uomo e con lui una vecchia signora. Lei è Angelina, è la donna di Francesco e li vedi trattare il latte. Lui applicare la mungitrice elettrica alle mammelle grosse e sugose della vacche. Poi lei e lui che versano il latte, che trattano la panna, che lavorano e, alla fine, prepareranno il burro e il formaggio. Come ogni anno da tanti anni. Nel cielo terso del Lagorai. Nel cielo annerito e infuriato del Lagorai. Che noi cantiamo fino a che resterà la voce nella nostra gola. Spacca la legna Francesco e Angelina prepara il fuoco e su quel piccolo fuoco viene portata l'enorme «calgiéra» colma di latte. Francesco è sbarbato, bello, lo filmano oggi. Ed è sempre la musica bretone che accompagna la montagna e il formaggio che si fa, piano. La mano esperta di Francesco va giù nel latte tiepido e raccoglie i primi grumi, li porta alla bocca. Poi le sue mani raccolgono il formaggio, grande e freschissimo. Perché Valpiana è il miracolo del formaggio. Lei, Angelina, lavora al burro nella cavalcata della musica bretone. Ricorda Francesco: «Mi dissero che c'era una brava ragazza in Calabria. Venga subito o parte. E sono andato là e in tre giorni eravamo sposati. Ho comperato terra, trattori. Ho tre figli. Abbiamo lavorato tanto ma erano anni buoni. Oggi guardano solo ai grandi. Noi piccoli non ci guardano. Se va avanti così la montagna è persa». E sarebbe perso il Trentino. «Sono nato nel 1956. - dice Francesco Baldi, l'altro Francesco, il regista - Non a Telve, terra di mio padre, ma a Montichiari, Brescia. Casualmente. È il paese di mia madre ma non lo sento come un luogo mio. Mia nonna era levatrice e io e mia sorella siamo nati lì perché la mamma voleva farci nascere assistita dalla nonna. Fatti in casa». Quindi, di dove sei Francesco Baldi? «Apolide. Abito a Roma ma ho sempre avvertito che le mie radici sono in Trentino». Poi un pensiero: «Coi genitori facevo sempre le vacanze in val Calamento da piccolo. Poi ho iniziato ad andarci da solo, con gli amici. Radici valsuganotte». Perché questo video su Malga Valpiana, voluto dalla «pasionaria», Laura Zanetti, e dalla Libera Associazione Malghesi e Pastori del Lagorai? «Malga Valpiana fa parte della mia vita. Una delle più classiche passeggiate delle mie estati, prima con papà, poi con la mia ragazza. Quasi come un rito andarsene su a piedi, ben prima che ci fosse la strada. Ecco, ora ho girato un video come fosse un pezzo della mia vita. Già in passato, ogni volta che il lavoro me lo permetteva, inserivo queste zone nelle mie opere. Con mio padre, Marcello Baldi (ndr, il regista del documentario «Italia K2» ma anche di grandi successi di cassetta, film con Jack Palance e Gina Lollobrigida, poi grande documentarista), facemmo una puntata di "Italia in bicicletta" su Rai3 e io nel quinto itinerario inserii Calamento e Malga Valsolero». La sua professione non è quella di filmaker . «Io mi occupo sia di musica che di video e immagine. La mia attività quotidiana è quella di insegnante nel conservatorio di Frosinone. Insegno flauto al corso tradizionale e da tre anni, dopo la riforma, a livello universitario insegno Storia della musica rock , l'unica cattedra in Italia». C'è una giustizia mefistofelica che regge le sorti del mondo: solo un insegnante di rock poteva cantare così Malga Valpiana. «In passato ho fatto comunque vari lavori che univano musica e immagine. Il progetto Valpiana, ad esempio, è pensato come una suite musicale. La prima parte è ambientale, poi la montagna, l'aria, l'acqua, i fiori, le malghe. La seconda parte su Valpiana, la vita di Francesco e Angelina, la lavorazione del formaggio, il cane Stella. Nel finale, le conclusioni di Francesco». Cosa ha fatto Baldi con il video, in passato? «Video artistici sperimentali, con musica e teatro, lavori di ricerca. Poi ho fatto l'aiuto regista e il regista, anche per la televisione». Suo padre è un monumento. Immaginiamo anche scomodo per lei. «Soprattutto in Trentino. Là lui è per tutti il regista trentino quindi quando si parla di Baldi... Ma io posso dire di aver fatto delle belle esperienze con lui».
Questo video, prodotto da Thomas Torelli, montaggio di Roberto Borrello e fotografia di Luca Silvagni, sarà proiettato al «TrentoFilmFestival», edizione 2007. «Certamente si tratterà di una occasione, di una apertura. Il nostro lavoro è stato portato avanti con finanziamenti europei, pochi soldi quindi. Ma c'era anche un accordo col produttore, Torelli, che avrebbe potuto costituire l'inizio di una serie di ritratti di gente delle Alpi, lo scultore in legno, la guida... Vedremo il responso della gente». Il video è firmato «Francesko». «Un vezzo, uso sempre la K quando firmo lavori che mi paiono importanti, che mi legano alle mie radici». C'è la neve adesso lassù, a Valpiana. Anzi, è appena nevicato. E sono altri gli animali che vi lasciano tracce: il camoscio e la volpe, la lepre e lo scoiattolo. Ma verrà la prima estate e quella montagna si riempirà di muggiti e belati. E qualche nitrito. Fino a quando ci saranno Francesco e Angelina a tenere alta la nostra bandiera. Che è una bandiera d'erbe e di formaggi. Ogni giorno diversi. E con quel sapore che è anche di «legne» e di fumo.

Il Giornale - venerdì 23 febbraio 2007

Clamoroso al conservatorio: adesso il rock sale in cattedra
di Igor Traboni - venerdì 23 febbraio 2007

Altro che musica del diavolo: il rock approda addirittura nei Conservatori di musica come materia di insegnamento. Succede a Frosinone, dove l’istituzione musicale intitolata alla gloria locale, Licinio Refice, ha attivato un corso di Storia della musica rock. A salire in cattedra, per una lezione sul blues elettrico intervallata ad una sull’heavy metal è il professor Francesco Baldi, un romano di origini trentine che proprio a Frosinone compì gli ultimi studi al Conservatorio e che ora vi è tornato per insegnare, pendolare con Roma.
In realtà la materia tradizionale di insegnamento di Baldi sarebbe il flauto ma, grazie alle possibilità aperte dal nuovo ordinamento dei Conservatori, ha deciso di partire con questo corso sulla musica rock, raccogliendo subito allievi entusiasti, perfino una studentessa di arpa, strumento che è quanto di più lontano possa immaginarsi dal rock.
«Ho pensato di rispolverare i miei amori giovanili e della mia generazione, quando andavamo ai concerti rock negli anni Settanta», racconta Baldi, il cui sogno è quello di arrivare al modello dei Conservatori di musica inglesi «dove sono stato di recente e dove capita di ascoltare indifferentemente la musica tradizionale e classica, accanto al jazz, al musical e al rock. Noi invece siamo indietro».
Questo corso è indubbiamente un primo passo, anche se Baldi un altro sogno nel cassetto ce l’ha: quello di passare dal teorico al pratico. Per adesso, invece, il rock si studia solo dal punto di vista storico «e le lezioni neppure bastano - aggiunge Baldi - Da questa prima serie, infatti, sono stato costretto a tener fuori musicisti di grande valore».
Ma il rock davvero non conosce confini: «Tempo fa - sottolinea Baldi - proprio a Roma stavo seguendo degli incontri sul rock e ho sentito una signora protestare perché contemporaneamente si teneva anche un seminario sul “Requiem” di Giuseppe Verdi e lei avrebbe voluto seguire tutti e due». Del resto, anche il percorso musicale di questo cattedratico del rock è assai particolare: già detto del flauto innestato sul rock, resta da dire che è anche regista e documentarista, con il suo ultimo lavoro dal titolo "Valpiana" selezionato per il prossimo Festival della montagna.

sabato 16 giugno 2007

Frank Zappa - la vita e le opere 2

Frank Zappa - seconda parte
Nel 1968 Zappa compone un balletto intitolato Lumpy Gravy. Si tratta del suo primo disco orchestrale e per realizzarlo forma un’orchestra scegliendo strumentisti di estrazione jazzistica (fiati e percussioni) o rock (chitarre).

L’opera di raccordo fra il periodo collagistico e quello bandistico è il doppio Uncle Meat del 1969, originariamente concepito come colonna sonora di un film underground che non fu realizzato. L’album è prettamente strumentale e la formazione delle Mothers è al suo apice. La forma fondamentale è la “variazione”. I brani si ripetono più volte e ogni apparizione consta a sua volta di ripetizioni del ritornello base.

King Kong è la celebrazione del mostro hollywoodiano. Gli strumentisti del complesso trovano posto tutti insieme, passandosi il ruolo guida di mano in mano in una struttura aperta che accetta l’improvvisazione. King Kong è il manifesto della musica totale.
Nell’album ci sono pezzi solo strumentali e tutti più o meno diretti a scimmiottare la società delle macchine. Particolarmente efficaci sono Nine Types Of Industrial Pollution e l’incalzante finale di percussioni a fiati e a tastiera di Project X.
La fine del decennio è la stagione più fertile di Zappa, quella in cui il compositore e il suo ensemble approfondiscono la fusion di rock, jazz e classica.
In Hot Rats (1969) troviamo: Captain Beefheart (in Willie The Pimp), Underwood, i violinisti Don Sugarcane Harris e Jean-Luc Ponty il quale inciderà un disco intitolato King Kong con musiche di Zappa (1970) che vedra così realizzate le sue ambizioni di compositore jazz.

Weasels Ripped My Flesh documenta il periodo del 1967 e 1968, con le Mothers al culmine del loro periodo jazz. Su tutto troneggia l'Eric Dolphy’s Memorial Barbecue.
Nell’ottobre del 1969 Zappa scioglie le Mothers. Postumo esce il loro ultimo disco, Burnt Weeny Sandwich (1970). In questo album ci sono alcune suite come Holiday In Berlin e il tema eponimo, mentre sulla seconda facciata troviamo uno dei grandi brani strumentali del periodo Little House I Lived In.

Gli anni '70 iniziano nel segno di 200 Motels, l’opera orchestrale che Zappa realizza con in mente anche una trasposizione filmica. Un concerto con questo nome ha luogo nel maggio '70 con le nuove Mothers insieme alla Los Angeles Philharmonic Orchestra diretta da Zubin Mehta. La musica è un collage di temi zappiani orchestrati, che ha poco in comune col progetto omonimo che verrà portato a termine l’anno successivo, questa volta insieme alla London Symphony Orchestra nella duplice forma di disco e film (non completamente equivalenti).
La trama del film riguarda le vicende tipiche di una band durante una tournée, raccontate con la consueta verve dissacratoria e beffarda, e un tono surreale. Le riprese termineranno prima del previsto a causa dell’esaurimento del budget messo a disposizione dalla United Artists, per cui il film viene montato col solo materiale ultimato.

Il 1971 è un anno nero. Prima un incendio al Casino di Montreux, immortalato dai Deep Purple nella canzone Smoke on the Water, distrugge l’intera strumentazione delle Mothers. Poi, durante il concerto successivo al Rainbow di Londra, uno spettatore esagitato spinge Zappa giù dal palco nella buca dell’orchestra, procurandogli diverse fratture che lo costringono per diversi mesi su una sedia a rotelle, cancellando gli impegni già programmati.

Durante la forzata immobilità Zappa compone le musiche per un nuovo e ambizioso progetto, concretizzatosi nei due album Waka/Jawaka e Grand Wazoo, strettamente collegati. Si tratta di musica per big band con una ricca sezione di fiati (ridotta nel caso di Waka/Jawaka).
Quando riprende l’attività concertistica lo fa con due band diverse. Purtroppo di questi concerti non esiste una testimonianza discografica ufficiale, nonostante da tempo ne sia annunciata la pubblicazione.
In seguito Zappa mette insieme un nuovo gruppo con musicisti vecchi e nuovi, tra cui spiccano George Duke e Jean-Luc Ponty. Viene mantenuto, per ragioni più commerciali che musicali, il nome Mothers accanto a quello di Zappa. Il nuovo disco, Overnite Sensation, è costituito da un insieme di canzoni che non evidenziano il potenziale strumentale della band, che trova la sua massima realizzazione nei concerti dal vivo. Con questa formazione Zappa approda per la prima volta anche in Italia nel 1973.
Nel 1974 il gruppo rimane sostanzialmente lo stesso, incidendo parte di Apostrophe('), Roxy & Elsewhere (doppio live) e One Size Fits All.
In quest’ultimo disco Zappa inaugura la pratica di sovraincidere un assolo di chitarra prelevato da una esibizione live sopra una traccia di base registrata in studio, che diventerà una manipolazione caratteristica dei suoi dischi successivi. Questa pratica, chiamata “xenocronia”, sarà teorizzata come l'accadimento simultaneo di due eventi musicali non correlati e prende origine da Charles Ives. Questi saranno anche i maggiori successi commerciali di Zappa, in particolare Apostrophe(') che arriva nella Top 10.
fonti:
http://www.scaruffi.com/
http://italia.allaboutjazz.com/
http://www.ondarock.it/
Assante, Castaldo - Blues, Jazz, Rock, Pop il novecento americano
Zappa, Occhiogrosso - Frank Zappa l'autobiografia

venerdì 15 giugno 2007

Bouillabaisse con salsa rossa

Questa è la Bouillabaisse provenzale. Per questa ricetta (e per le zuppe di pesce in generale) è importantecuocere ogni oesce con il suo tempo di cottura. Bisogna quindi mettere prima i pesci che necessitano di più tempo e aggiungere man mano gli altri. Consiglio di spalmare la salsa rossa su piccoli crostini di pane (baguette) e di adagiarli sulla zuppa calda. Può essere un primo piatto o un piatto unico (a seconda della quantità di pesce).
ingredienti:
per la marinata: cipolle 2; porro; pomodori 2; olio d'oliva dl 1,5; aglio spicchi 4; alloro foglie 2; semi di finocchio; scorza d'arancia; santoreggia; timo; peperoncini 2; sale; pepe.
per la salsa rossa: aglio spicchi 3; peperoncini 2; mollica di pane bagnata nel latte; olio di oliva cucchiai 4; brodo di pesce cucchiai 4.
pesce di mare kg 3; patate 4; zafferano 1 presa; pane tostato 6-7 fette.
dosi: 6/7 persone
tempo: 150' + marinatura
provenienza: Francia (Provenza)
preparazione:
Per preparare la marinata: fate saltare brevemente le cipolle, i pomodori e il porro - opportunamente affettati - nell'olio caldo. Schiacciate l'aglio e aggiungetelo alle erbe aromatiche, alla scorza d'arancia e ai peperoncini. Fate rosolare ancora per qualche minuto, aggiustate di sale e pepe. Nel frattempo pulite tutto il pesce e tagliateli, a seconda delle dimensioni, a fette o a pezzi. Immergetelo nella marinata e lasciatelo riposare per circa quattro ore. Tagliate le patate in quattro pezzi. Mettete il pesce in un tegame con la marinata e le patate e coprite con due dita di acqua. Lasciate bollire per otto minuti poi riducete il calore, unite lo zafferano e continuate la cottura per altri dieci minuti. Per la salsa rossa: pestate in un mortaio l'aglio e i peperoncini; aggiungete la mollica di pane strizzata e l'olio di oliva, quindi mescolate bene il tutto fino ad ottenere una pasta densa; aggiungete il brodo di pesce e mescolate. Togliete il pesce dal brodo e sistematelo su un piatto di portata caldo. Passate il brodo al passaverdure, distribuite le fette di pane nelle scodelle e copritele col brodo. La salsa rossa si può usare per insaporire direttamente la zuppa o per accompagnare il pesce spalmata su dei crostini di pane.

Pasta e broccoli in brodo d'arzilla

Questa minestra, dal sapore tipicamente invernale, appartiene alla cucina tradizionale romana. Io ho eseguito più volte questa ricetta con successo; unica variante, l'aggiunta nella minestra di tutta la polpa del pesce.
ingredienti:
arzilla (razza chiodata) 1 kg; cavolo broccolo 500 g (peso netto); pasta formato piccolo (ditalini rigati o spaghetti spezzati) 200 g; pomodori pelati 200 g; acciuga sotto sale; olio extravergine di oliva 2 cucchiai; cipolla media; carota; sedano un gambo; prezzemolo; aglio un grosso spiccchio; peperoncino; vino bianco 1/2 bicchiere; sale.
dosi: 4 persone
tempo: 60' preparazione + 60' cottura
provenienza: Lazio (Roma)
preparazione:
Pulite la razza spazzolandola energicamente sotto l'acqua corrente e mettetela in una casseruola con circa un litro e mezzo di acqua fredda. Salate e unite il sedano, la corota, la cipolla e qualche gambo di prezzemolo, tutti mondati e affettati. Incoperchiate, fate prendere l'ebollizione e fate cuocere, a fuoco moderatissimo, per una ventina di minuti. Quando la razza è cotta, tiratela su dall'acqua con la schiumarola e pulitela togliendo la testa, la pelle e le cartilagini. Mettete da parte la carne così ottenuta e rimettete tutti gli scarti nella pentola con il brodo lasciando cuocere per un'altra mezz'ora. Nal frattempo, preparate un trito finissimo con lo spicchio d'aglio, una manciatina di prezzemolo e poco peperoncino e fatelo appassire in una casseruola con l'olio; unite l'acciuga, lavata e dislicata e fatela sciogliere schiacciandola con la forchetta. Versate nella casseruola i pelati spezzettati e il vino, incoperchiate e fate cuocere, a fuoco moderato, per una ventina di minuti. Dividete il broccolo in cimette [tagliate in due o in quattro quelle troppo grosse], lavatele e mettetele nella salsa lasciandole insaporire per qualche minuto senza coperchio. Passate il brodo con un colino direttamente nella casseruola con i broccoli, mescolate, incoperchiate e proseguite la cottura per altri dieci minuti. Buttate la pasta, mescolate e fatela cuocere per circa un quarto d'ora. Servite la minestra ben calda, rigorosamente senza formaggio.
Completare il pasto con: la razza bollita; patate lesse schiacciate con olio, sale, pepe e il succo di mezzo spicchio d'aglio; insalata mista; pane; frutta. 220 cal. a porzione.

giovedì 14 giugno 2007

Gazpacho

Questa ricetta è stata presa dalla rivista La Cucina Italiana (ottobre 1992)
ingredienti:
pomodori ben maturi g 400; cetrioli g 300; peperoni dolci g 200; cipolla g 150; prezzemolo 5 rametti; brodo (anche di dado) lt 1; un panino raffermo; olio extravergine di oliva; aceto; aglio; sale; pepe in grani;
dosi: 4 persone
tempo: 15' + raffreddamento
provenienza: Spagna
esecuzione:
Mettete a bagno il panino raffermo in acqua e aceto. Sbucciate i pomodori (per farlo più agevolmente tuffateli per qualche minuto in acqua bollente), spezzettateli ma non eliminate i semi. Tenetene da parte qualche pezzetto per la decorazione dei piatti e mettete il resto in una ciotola. Unitevi i cetrioli, la cipolla, il prezzemolo, due spicchi d'aglio e i peperoni, tutti mondati e tagliati a pezzetti, tenendone da parte uno per la decorazione. Condite con un pizzicone di sale e una macinata di pepe. Strizzate il panino, ormai ammollato, e aggiungetelo al resto. Passate il tutto al frullatore, con metà brodo, freddo (e, se necessario, sgrassato), finché il composto sarà liquido. Passatelo al setaccio, unendo il resto del brodo. Rimettete la minestra nella ciotola e ponetela in frigo per non meno di due ore.
Servite il Gazpacho freddo, irrorandolo con un filo di olio di oliva e guarnendolo con pezzetti di verdura. Si consiglia di accompagnarlo con vino "amontillado".

Crostini di fegatini di S. Vivaldo

Questa è una ricetta dei classici crostini toscani. Ottimi come antipasto o per una colazione sull'erba.
A preparazione ultimata bisogna spalmare il composto su pane (sciapo!) tostato e inzuppato appena in brodo di pollo tiepido, oppure su pane fresco.
ingredienti:
fegatini g 200; polpa di manzo magra g 100; acciughe 3; capperi sotto aceto 1 cucchiaio; cipolla; carota; sedano; prezzemolo; conserva di pomodoro 1 cucchiaino; sale; pepe; olio extravergine di oliva.
dosi: 4/6 persone
provenienza: Toscana
esecuzione:
Fare un battuto con cipolla, carota, sedano e prezzemolo. Rosolare 3 cucchiai di battuto nell'olio con la polpa di carne. Aggiungere i fegatini interi per poi toglierli dopo 10'. Aggiungere la conserva. Dopo 20' togliere la polpa e tritarla, battere i capperi e rimettere tutto nella casseruola; far cuocere 10'/15' fino a quando sia evaporato l'aceto dei capperi. Tritare i fegatini e aggiungerli all'impasto. Cuocere altri 10'. Togliere dal fuoco e aggiungere le acciughe tritate.

martedì 12 giugno 2007

Frank Zappa - la vita e le opere 1

Prima di Zappa
Alla fine del XIX secolo gli USA non avevano ancora una propria omogeneità culturale.
In quel periodo una nuova ondata migratoria portò nel paese una grandissima varietà di razze e di popoli con le loro culture, tradizioni e musiche. Nasce così il Melting Pot americano.

Uno dei primi musicisti a americani fu Charles Edward Ives che studiò prima con il padre poi alla Yale University. La maggior parte dei suoi lavori non fu eseguita per anni, data l’originalità della propria musica. Per questo motivo Ives non pensò mai di fare il musicista di professione.
Inni, canzoni, marce entrano a far parte del linguaggio del compositore. I suoi esperimenti sull’uso di più tonalità hanno dato origine a uno dei primi brani politonali, le Variations on «America» per organo (1888).

Il musicista che più di ogni altro ha influenzato Frank Zappa è sicuramente Edgar Varèse .
Il compositore francese naturalizzato statunitense si dedicò alla musica dopo avere interrotto i suoi studi scientifici. Negli Stati Uniti si allontana progressivamente dagli ambienti musicali per entrare in contatto con scienziati, tecnici e inventori, grazie al lavoro dei quali abbandona le basi tradizionali della musica. Fu uno dei pionieri della musica elettronica con Poème Electronique (1957-58) composto in occasione dell'Exposition Universelle di Bruxelles del 1958.
La sua composizione più conosciuta è Ionisation (1929/31), un brano di sei minuti basato sulla pura ritmica e ispirata dal traffico nelle strade di New York. Il pezzo presenta un organico unicamente composto di strumenti a percussione: 41 strumenti divisi tra membranofoni, metallofoni, idiofoni a frizione, a scuotimento, sirene e un pianoforte utilizzato soltanto per produrre cluster nel registro grave. Qui la forma viene generata da brevi combinazioni ritmiche (Idee Fixes) sviluppate di volta in volta dai vari strumenti impiegati. La melodia (almeno nel suo senso più comune) scompare per lasciare il posto ad episodi costruiti su contrasti ritmico-timbrici.

Frank Zappa - prima parte
Frank Vincent Zappa nasce del Maryland 21 Dicembre 1940 da genitori di origini siciliane e greche. Nei primi anni '50 la famiglia Zappa si trasferisce in California, ai margini del deserto del Mojave.

L’ascolto di Ionisation di Edgar Varèse indirizzerà Zappa verso una musica non accademica realizzata spesso con l'impiego di tecniche e soluzioni non convenzionali.
Frank Zappa fu il primo musicista a concepire una musica nella quale confluissero esperienze provenienti dal rock, dal jazz e dalla musica classica. Fu il compositore di tutto ciò che il ventesimo secolo aveva prodotto. Nella sua musica trova posto, con pari dignità, lo jodel e Stravinskij, il jazz e la dodecafonia, la musica concreta e quella doo-wop.

Zappa imparò a suonare dapprima la batteria e in seguito la chitarra. A quindici e si invaghì del rhythm and blues. Iniziò a suonare la musica nera in un complessino scolastico, i Blackouts, che era formato da tre neri, due messicani e due bianchi (fu uno dei primi complessi multi-razziali).

Il giovane Zappa sbarcava il lunario suonando nei bar, musicando commercial per le televisioni locali e componendo colonne sonore per film di serie B. Comparve anche in un varietà televisivo esibendosi in un “concerto per bicicletta”.In seguito aprì uno studio di registrazione a Cucamonga, che divenne la base per la sua attività discografica. Cucamonga è anche il nome dell’album che raccoglie i singoli che Zappa scrisse per altri in quegli anni (1962-64).

Zappa stringe amicizia con Donald Van Vliet, noto con il nome di Captain Beefheart. I due amici si divideranno e si riavvicineranno più volte negli anni successivi.
Captain Beefheart è l'incarnazione del vero spirito freak e il suo Trout Mask Replica, dominato dal caos e da mostruose creature, è il capolavoro del genere.

Nel 1964 Zappa si unisce ai Soul Giants di Ray Collins, Roy Estrada e Jimmy Carl Black. L'evoluzione del gruppo portò alla costituzione delle Mothers Of Invention con le quali incide il primo album Freak Out che esce nel 1966. Freak Out, un album doppio, è dedicato allo “sballo”, il processo mediante il quale l’individuo si libera di un modo antiquato di pensare, di vestirsi e di comportarsi, ed esprime in modo creativo il suo rapporto con la comunità. In Help I’m A Rock e Return Of The Son Of Monster Magnet Zappa applica la tecnica del collage usando tasselli di ogni genere. Spezzoni di rock, musica leggera, rumori, discorsi, commercial, arie da operetta, high-school, folk, blues, jazz vengono inghiottiti in un unico brano.

Per Zappa la composizione è l’arte di raccogliere, accumulare e stipare cose diverse. Anche la copertina fa parte dell’opera d’arte e la sua musica, non ha intenti politici, ma sociologici. All'interno del gruppo, oltre a suonare la chitarra, Zappa si appropria del ruolo di compositore, direttore d’orchestra e produttore. Come compositore predispone i motivi che si devono utilizzare; come direttore d’orchestra seleziona gli strumentisti necessari per ogni brano assumendosi la regia dell’esecuzione; come produttore usa la sala di registrazione come uno strumento aggiuntivo e assai più potente degli altri.

Come Andy Warhol e la Pop Art che assaltavano gli stereotipi della societa consumista e i miti del divismo, così Zappa dissacra i clichè della musica commerciale. Le parodie in stile operetta vogliono rappresentare la realtà quotidiana della vita americana di massa: la metropoli opprimente, l’anonimato dell’individuo, il martellamento continuo dei mass-media.
Già nel primo disco risalta l’abilità di Zappa nel comporre canzoni, degna dei grandi song-writer di Tin Pan Alley. La sua predisposizione per la melodia gli permette di comporre motivetti a getto continuo, consentendosi il lusso di massacrare quelli che potrebbero diventare probabili hit della musica leggera.

Ray Collins (voce), Roy Estrada (basso), Jim Black (batteria e tromba), Don Preston (tastiere), Bunk Gardner (sassofono) e Billy Mundi (percussioni) formavano una formazione di tutto rispetto ed era l'unica in grado di mettere sullo stesso palco intrattenitori pop, improvvisatori jazz e musicisti di estrazione classica. Con questa formazione Zappa registra l'album Absolutely Free che esce maggio del 1967. L’album si apre con i brani Plastic People e The Duke Of The Prunes che sono dei veri manifesti programmatici, mentre nella seconda parte una suite unica è la celebrazione amara e maliziosa della “civiltà di plastica”. In quest'opera Zappa fa ricorso a tutte le sue conoscenze musicali: dalla musica da film a quella d’avanguardia, dal musichall alle filastrocche per bambini, dal cabaret Brechtiano alle bande paesane, dall’easy-listening orchestrale al ragtime, dalle danze pellerossa al free-jazz e altro ancora.
Il finale del disco è all’insegna dello slogan America Drinks And Goes Home, un amaro apologo sull’idiozia di massa con un tributo al consumismo e al trionfo del capitalismo.

Il livello di tecnica strumentale delle Mothers migliora di disco in disco. In We’re Only In It For The Money (1967), all’organico si aggiunse il multi-strumentista Ian Underwood, prodigio di formazione classica tanto alle tastiere quanto ai fiati. L’album è una parodia di Sgt. Pepper dei Beatles e conserva la struttura a collage parodistico con elaborazioni fatte in sala d’incisione.
Una serie di episodi surreali (un rag, un’ouverture di pianoforte, un motivetto da commercial) formano un'affresco della nazione americana del tempo, mentre Nasal Retentive Calliope Music funge da ouverture per una sfilata di personaggi anomali come quelli che descritti in Let’s Make The Water Turn Black e in Idiot Bastard Son.
Il gran finale di The Chrome Plated Megaphone Of Destiny, maturazione dei primi pastiche amatoriali, è un’orrenda premonizione sulla società tecnologica del futuro.
fonti:
http://www.scaruffi.com/
http://italia.allaboutjazz.com/
http://www.ondarock.it/
Assante, Castaldo - Blues, Jazz, Rock, Pop il novecento americano
Zappa, Occhiogrosso - Frank Zappa l'autobiografia