domenica 17 aprile 2011

Habemus Papam

Nel film Habemus Papam Nanni Moretti ha scelto la figura del Vicario di Pietro, nel momento della sua elezione, per descrivere un uomo oppresso dai dubbi e dalle incertezze dovute al senso di ineguatezza che lo assale. Per contraltare gli viene frapposto la figura di uno psicanalista afflitto dalla certezza di essere il migliore e dominato da un forte spirito di competizione. Lo stato psicologico di incertezza e di esitazione del protagonista determina un finale irrisolto, voluto dagli autori, che a mio avviso risulta un epilogo scontato di un film che gira intorno al tema proposto senza incidere più di tanto. I personaggi sono spesso solo abbozzati e a volte stereotipati come la coppia di psicanalisti. I cardinali strappano qualche sincera risata, ma rimangono una macchietta senz'anima. Le note positive del film vengono sopratutto dalla stupenda interpretazione di Michel Piccoli che mi ha ricordato il Dillinger è morto di Marco Ferreri. Solo un grande attore poteva descrivere in maniera essenziale il travaglio interiore del protagonista.

Fare un film sul senso di ineguatezza è progetto interessante, ma il lavoro risulta superficiale e poco coinvolgente. Sembra essere un altro film di Moretti fatto sopratutto per se stesso, senza tener conto del pubblico.