giovedì 25 aprile 2013

Una settimana a New York

 Madison Square Park

Ristorante

Neve a New Tork

Murale a East Village

MoMa


Flatiron Building

mercoledì 3 aprile 2013

Una settimana a New York

FINANCIAL DISTRICT


Il Distretto Finanziario di New York è la zona più vecchia della città, anche se adesso appare la più moderna. Nel 1624 la Dutch West India Company inviò 110 coloni nella punta meridionale dell'isola che venne chiamata Nieuw Amsterdam. La colonia olandese non produsse le ricchezze sperate e nel 1664 fu lasciata agli inglesi, entrati in porto con le navi da guerra, che la ribattezzarono New York in omaggio a Giacomo II, duca di York e Albany.
In questo quartiere si trova la New York City Hall, il municipio della città, e la sede del New York Stock Exchange, la più famosa borsa del mondo e simbolo del capitalismo americano. Per motivi di sicurezza la sede di Wall Street non è più aperta al pubblico e ai turisti non rimane che farsi fotografare davanti l'imponente facciata in stile neoromanico.
Visitando il Distretto è doveroso recarsi al 9/11 Memorial sorto in ricordo degli attacchi dell’11 settembre che distrussero le Twin Towers e colpirono il Pentagono, nonché dell'attentato terroristico del 26 febbraio 1993. Tutta la zona dove un tempo sorgevano le torri gemelle è ancora un grande cantiere. La nuova sede del One Trade World Center è in fase di ultimazione e quando saranno finiti i lavori sarà il più grande grattacielo d'America con la sua altezza di 1776 ft (541 m) in riferimento alla data dell'indipendenza americana.

Al posto delle torri ora ci sono due grandi e suggestive fontane che delineano il perimetro dei due edifici crollati.  Sul bordo di ogni vasca sono incisi nel bronzo tutti i nomi delle vittime degli attentati dell’11/9 e del 1993, mentre centinaia di rivoli d'acqua si uniscono per formare una cascata di nove metri interna al terreno. L'acqua raccolta sparisce lentamente in un’oscura e profonda voragine al centro. Il posto è già suggestivo adesso, ma quando tutti i lavori saranno finiti sarà al contempo un ricordo luttuoso e una celebrazione della vita che con forza e tenacia continua superando anche le più grandi avversità. Significativo simbolo sarà il Survivor Tree, un albero di pere miracolosamente sopravvissuto ai crolli e alla polvere al quale faranno compagnia oltre 400 querce bianche di palude piantate successivamente.

lunedì 25 marzo 2013

Una settimana a New York


CHELSEA
Ai primi del '900 Chelsea era un quartiere industriale dove la logica del denaro era più forte della dignità di chi abitava i grandi palazzi popolari della zona. Negli anni '30 si decise di costruire una strada ferrata sopraelevata per spostare i binari del traffico merci dalla strada sottostante. Furono addotti motivi di sicurezza in quanto i treni a livello stradale avevano causato molti incidenti mortali tanto che la Tenth Ave fu ribattezzata "Death Avenue" (via della morte). A poco a poco il progresso ha reso obsoleto quel serpente di ferro e la ferrovia sopraelevata venne abbandonata. Dapprima i residenti si adoperarono per la rimozione di quell'orrore, ma alla fine del secolo si formò un comitato civico per trasformare il tracciato ferroviario in uno spazio verde sopraelevato. Una decina di anni dopo viene inaugurato il primo tratto della High Line, attualmente una delle mete turistiche più visitate di NYC.
Si tratta di una zona pedonale con aiuole, posti per sedersi o sdraiarsi, nonché aree attrezzate per spettacoli. Il luogo è diventato uno spazio pubblico destinato principalmente ai residenti dove chiunque può  passeggiare, divertirsi o prendere il sole che filtra dal vicino fiume Hudson.
Un felice esempio di riconversione urbana che dovrebbe essere imitato dagli amministratori di casa nostra per riparare agli scempi creati negli anni passati quando, utilizzando ingenti somme di denaro pubblico, sono state realizzate svariate opere rimaste inutilizzate e abbandonate al degrado.
La zona ora è diventata un quartiere multietnico e gay-friendly, dove risulta evidente una marcata vocazione artistica. Qui si trova l'Hotel Chelsea, famoso per essere stato residenza e punto di ritrovo di artisti e musicisti. Qui è morto alcolizzato Dylan Thomas e qui anni dopo visse Bob Dylan che dal poeta gallese prese il nome. Qui Leonard Cohen e Janis Joplin hanno vissuto la loro breve storia di amore e sesso che il cantautore canadese ha poi raccontato in  Chelsea Hotel #2. Qui finisce tragicamente la storia tra Sid Vicious e Nancy (e di conseguenza quella dei Sex Pistols). Qui Jack Kerouac ha scritto in tre giorni la prima stesura di On the Road. Qui  Allen Ginsberg, William Burroughs, Patti Smith e tanti altri. Qui Joni Mitchell scrisse Chelsea Morning, che pare fece innamorare Bill e Hillary Clinton. Di sicuro c'è il fatto che i due decisero di chiamare la figlia Chelsea in onore di questa canzone.
La presenza artistica nel distretto è marcata da numerose gallerie d'arte, musei e murales come quello dell'artista brasiliano Edoardo Kobra che reinterpreta la famosa foto del Bacio di Times Square di Alfred Eisenstaedt.
Proprio sotto la High Line, tra pompe di benzina e magazzini, si trova la W 24th St dove le gallerie di arte contemporanea hanno preso il posto dei capannoni industriali. I locali sono di svariate dimensioni e il pubblico può entrare liberamente. Noi le abbiamo visitate a caso prima di entrare nella  Gagosian Gallery, probabilmente la più famosa, dove abbiamo potuto ammirare una mostra di Jean-Michel Basquiat allestita per l’anniversario della sua morte avvenuta a soli 28 anni.

giovedì 21 marzo 2013

Una settimana a New York


CENTRAL PARK
Che città delle tenebre sarebbe Midtown Manhattan senza Central Park. I grattacieli svettano alti alla conquista della luce che sottraggono alle strade sottostanti e ai suoi abitanti in perenne movimento. Come alberi di alto fusto, formano oscure foreste brulicanti di vita. Central Park è il polmone verde che purifica in tutti i sensi la vita dei newyorkesi.
A Central Park puoi fare un tranquillo pic-nic sull’erba o ascoltare un concerto, puoi fare jogging o vagare in bicicletta senza meta, puoi parlare d’amore assaporando il piacere d’amare e dell’essere amato, puoi chiudere gli occhi, puoi... immaginare.
Immagina che non esista il paradiso,
è facile se provi,
nessun inferno sotto di noi,
sopra di noi solo il cielo.
Immagina tutta la gente
vivere per il presente.
Immagina che non esistano frontiere,
non è difficile da fare,
nessuno per cui uccidere o morire
e nessuna religione.
Immagina tutta la gente
vivere una vita in pace... (John Lennon)

Provate a fare tutto quello che ho scritto in una delle grandi arterie come la Fifth Avenue e capirete l’importanza di Central Park.
A qualcuno il parco può sembrare essere naturale, nonché una testimonianza di come doveva essere Manhattan alle origini. Alla metà del XIX secolo la zona era invece un'area paludosa che conteneva una discarica di rifiuti, un impianto di trattamento di carcasse animali per ricavarne olio e alcuni allevamenti di maiali. C'era anche un piccolo villaggio di operai abitato in gran parte da poveri immigrati tedeschi, irlandesi e da afroamericani che vivevano in piccole comunità. Il parco fu creato artificialmente da un progetto degli architetti Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux che risultarono vincitori di una gara comunale.
Nelle vie adiacenti il parco abitava Charles Ives, il primo grande compositore americano che nel 1906 compone Central Park in the Dark, un brano per orchestra da camera. La composizione vuole descrivere sia i suoni che si potevano sentire nel parco, sia il paesaggio sonoro interiore mentre si è seduti su una panchina di Central Park in una calda notte d'estate.
Gli archi rappresentano i suoni della notte e l’oscurità silenziosa interrotta da echi, il resto dell’orchestra, provenienti dal Casinò oltre il laghetto, voci di cantanti da strada che salgono dal Circle cantando frammenti di canzoni di quei tempi, qualche barbagianni notturno che ritorna dall’Illis Bar fischiettando l’ultima novità, o la marcia goliardica delle matricole di Yale, l’ubriaco occasionale, un corteo o una rissa in lontananza. Strilloni che gridano, pianole che gareggiano a base di Rag-time da un appartamento all’altro. Un tram e una street band si uniscono al coro; un’autopompa, una carrozza passa e se ne va, i passanti vociano, di nuovo torna l’oscurità. Ancora un’eco oltre il laghetto e noi torniamo a casa. 
Central Park è anche la madre di tanti altri piccoli parchi sparsi qua e la, dove si ferma la corsa della metropoli.
Sono il regno di uccelli e di scoiattoli che raramente puoi incontrare sull’asfalto che li circonda. Regno anche di gente perduta che come gli scoiattoli non osa attraversare la strada piena di insidie.

lunedì 18 marzo 2013

Una settimana a New York


Da ragazzo per me il Ponte di Brooklin era una gomma da masticare dall’insolita forma piatta (le altre erano delle palline colorate). Il chewing gum venne portato in Italia dai soldati americani durante la II guerra mondiale. Negli anni del boom economico italiano la ditta Perfetti fu la prima a produrre gomme da masticare nel nostro paese e nel 1969 lanciò Brooklyn la gomma del Ponte che grazie ad una aggressiva campagna pubblicitaria raggiunse la quota di mercato del 90%. Ora stavo attraversando il ponte insieme a Luisa, ammirando il panorama di Lower Manhattan che si allontanava. Pedoni e biciclette hanno la loro corsia al centro del ponte che si innalza sopra le carreggiate dove sfrecciano veicoli in entrambe le direzioni per attraversare l'Est River.
Una volta attraversato il ponte ci siamo diretti a Downtown Brooklin per poi prendere la metro e attraversare nuovamente l'Est River, ma questa volta sotto il suo corso. Ci siamo diretti nella parte più meridionale di Manhattan con l'intenzione di prendere lo Staten Island Ferry, il traghetto gratuito per Staten Island. Prima però bisogna fermarsi a mangiare qualcosa senza perdere troppo tempo.
Siamo nel Financial District pieno di locali dove chi lavora in zona può fare una breve pausa pranzo, oppure farsi portare ciò che vuole direttamente in ufficio. Siamo entrati in un piccolo fish & chips che sembra lavorare di più con le consegne a domicilio, dato gli scarsi posti a sedere su alti sgabelli. Il Terrace Grilled Seafood è rinomato per i suoi burritos, ma noi non lo sapevamo e abbiamo preso due porzioni di Scallops with Shrimps & French Fries. Si tratta gustosi gamberi spaccati a metà (4 di numero come ben specificato sulla carta) fritti insieme alle scallops, una sorta di piccolissime capesante che abbiamo gustato con piacere.
Lo Staten Island Ferry parte dal molo South Ferry, vicino a Whitehall Circle. Si tratta di un’ottima opportunita per vedere la Statua della Libertà e Ellis Island dal mare e senza spendere nemmeno un cent.. Per noi è stato anche l’unico modo di avvicinarci al famoso monumento dato che sia la statua che Ellis Island non erano visitabili a causa dei danni subiti dall’Uragano Sandy. Come molti altri turisti abbiamo fatto la traversata per poi reimbarcarci appena arrivati a Staten Island per tornare indietro.

giovedì 14 marzo 2013

Una settimana a New York

HARLEM

La domenica siamo andati a Harlem per assistere a un servizio religioso con canti gospel in una delle numerose chiese battiste della zona. Purtroppo abbiamo fatto un po’ tardi, perché la metropolitana aveva un tratto interrotto a causa dei danni provocati dall’Uragano Sandy dello scorso ottobre.
Quando siamo arrivati alla chiesa segnalata sia su internet che nelle nostre guide, non siamo potuti entrare perché era piena, ma ci hanno cortesemente segnalato la vicina Mount Olivet Baptist Church dove siamo stati accolti da afroamericani in guanti bianchi che ci hanno accompagnato ai banchi. Per l’occasione ci eravamo vestiti meglio che potevamo, ma sempre da turisti. Non eravamo certamente all’altezza dei fedeli: uomini in giacca e cravatta (molti con la stessa cravatta) e donne in abiti neri, bianchi o colorati e con in testa vistosi cappelli.
I canti si alternavano alle preghiere e ai sermoni del pastore ed erano accompagnati da un organo elettrico, un basso e una batteria. Voci meravigliose e altre meno si alternavano sul fronte della chiesa che, in vero, assomigliava più a un teatro con tanto di palco, platea e balconata. L’unica persona bianca che ha cantato da solista è stata una signora anziana terribilmente stonata che ha eseguito (si fa per dire) Danny Boy; ma non siamo a un concorso canoro e la musica serve per avvicinarsi tutti insieme al Signore. Il pastore ha iniziato il suo sermone salutando noi ospiti stranieri, chiamando i vari paesi di provenienza (come fa anche il papa cattolico). Una fedele, elegantemente vestita di bianco, ci ha dato il libro dei canti invitandoci ad unirci al coro. 
Abbiamo fatto anche la comunione, ma sbagliando la modalità e suscitando l’ilarità dei fedeli locali. Quando ci è stata consegnata l’ostia, noi e gli altri turisti europei l’abbiamo subito messa in bocca mentre dovevamo aspettare la fine della distribuzione e la successiva consacrazione collettiva. Alla fine siamo usciti colmi di gioia e serenità per aver partecipato a un rito che ti innalza lo spirito, sia che tu sia un credente oppure no.

Una bella passeggiata per Harlem, quartiere malfamato sino agli anni ’90 e che ora è diventato “alla moda”, tanto da attirare numerosi newyorchesi che qui si sono trasferiti negli ultimi anni causando anche un innalzamento dei prezzi del mercato immobiliare. Abbiamo “omaggiato” l’Apollo Theater, dove sono cominciate le carriere di molti grandi cantanti afroamericani. Tutt’ora, il mercoledì sera, si tiene la famosa Serata del Dilettante dove il pubblico giudica impietosamente gli aspiranti cantanti che si esibiscono. Al malcapitato può succedere di dover interrompere l'esibizione per i fischi di disapprovazione. Queste serate sono state il trampolino di lancio molte star della musica "nera".
Presente è il ricordo di Malcom X che qui predicava dalla Moschea da lui fondata. Il 21 febbraio 1965 fu ucciso da tre afroamericani mentre stava per iniziare un discorso in un albergo di NY. Non fu mai chiarito chi fossero i mandanti del suo assassinio, anche se si ipotizza il coinvolgimento della "Nazione dell'Islam", dell'FBI o addirittura della malavita organizzata che aveva subito un netto calo degli affari a causa delle sue lotte.
So che le società hanno spesso assassinato coloro che hanno cercato di cambiarle. E se io morissi avendo portato un po' di luce, avendo esposto una verita' comprensibile che aiutera' ad eliminare il cancro del razzismo dal corpo dell'America - allora, tutti i meriti apparterranno a Dio, e solo gli errori saranno miei. Non sono razzista e non credo in nessuno dei principi del razzismo. Non credo in alcuna forma di segregazione o discriminazione. Credo nell'Islam.

Non ci è stato possibile mangiare nel locale indicato dalle guide e quindi siamo andati a caso. La sorte ci ha portato alla Harlem Tavern, un locale che offriva anche jazz dal vivo e la diretta della partita di basket tra i New York Knicks e Miami Heat. Io ho mangiato un Catfish Po Boy (panino con pescegatto fritto) accompagnato da un Bloody Mary poco alcolico, ma molto speziato. Luisa ha scelto un Seafood Gumbo (una piccola zuppa di pesce) e un delicato Mimosa.
La passeggiata si è conclusa a Central Park Nord, dopo aver visitato la pretenziosa e incompleta Cathedral Church of St Jonn the Divine che quando riusciranno a finire i lavori sarà una delle più grandi cattedrali del mondo.

La prima fase della costruzione durò più di vent'anni ed era stata ideata in stile romanico e bizantino. Nel 1911 una navata e la facciata ovest furono disegnate in stile neogotico. L'interno della chiesa, che per le sue grandi dimensioni potrebbe contenere la cattedrale di Nôtre-Dame di Parigi e quella di Chartres, è costituito da cinque navate lunghe 183 m e larghe 44 m.

mercoledì 6 marzo 2013

Una settimana a New York

Dopo un po’ di anni torno a New York per una piccola vacanza con Luisa. Finalmente posso visitare la città, dato che la prima volta ero andato per lavoro.
Abbiamo deciso di affittare un piccolo appartamento, perché pensiamo che con il nostro budget avremmo trovato alberghi poco confortevoli e soprattutto con stanze piccole. Tramite airbnb abbiamo quindi scelto un piccolo appartamento a NoHo (downtown Manhattan) composto da una stanza da letto, salone, bagno e cucina. La posizione è strategica per visitare i quartieri dell’altra New York. A piedi si raggiunge facilmente il Greenwich Village, l’Est Village, SoHo, Nolita e Little Italy. La scelta si è rivelata felice perché abbiamo potuto vivere una settimana da newyorkesi, in quella 3rd Street dove viveva Alan Lomax.
… nella mansarda di Alan Lomax sulla 3rd Street. Due volte al mese Lomax dava delle feste alle quali invitava folksingers. Non erano né ricevimenti né concerti , non so come li si poteva chiamare, soirées? …Qualche volta c'erano addirittura dei veri condannati ai lavori forzati che Lomax tirava fuori in permesso dai penitenziari di stato, portandoli fino a New York a gridare i loro canti di lavoro nella sua mansarda
(da CHRONICLES di Bob Dylan)

venerdì 18 gennaio 2013

Nagisa Ōshima

 Il 15 gennaio è morto è morto a Fujisawa Nagisa Ōshima, uno dei più grandi registi del XX secolo.


 Era nato a Kyoto il 31 marzo 1932. Dopo l'università si dedica al cinema e nel 1959 dirige Il quartiere dell'amore e della speranza, L'anno successivo realizza ben tre film con i quali si impone all'attenzione del pubblico: Racconto crudele della giovinezza, Il cimitero del sole e Notte e nebbia nel Giappone. Fin dagli esordi i suoi film rompono con la tradizione cinematografica giapponese. Nel 1965 fonda la società di produzione Sozosha insieme alla moglie, l'attrice Akiko Koyama. Il suo spirito anticonformista e ribelle gli crea molti problemi con l'industria cinematografica giapponese. Nonostante questo riesce a realizzare film straordinari come L'addomesticamento (1961), Il demone in pieno giorno (1966), L'impiccagione (1968) e La Cerimonia (1971). Nel 1971 la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro dedicò a Ōshima una ricca personale che fu la prima grande occasione per il pubblico europeo di poter vedere i suoi film, dopo il Festival di Cannes del 1968 che però fu interrotto a causa delle manifestazioni studentesche del Maggio francesce.
 Il successo internazionale venne nel 1975 con Ecco l'impero dei sensi, film basato sulla vera storia della domestica Abe Sada. Il film fu una coproduzione francese e fece scandalo per le sue scene hard che lo costrinsero a essere proiettato nei circuiti porno o pesantemente tagliato dalla censura.
 Nel 1983 esce il suo secondo grande successo internazionale. Si tratta di Furyo, coprodotto con la Gran Bretagna e interpretato dai musicisti David Bowie e Ryuichi Sakamoto, quest'ultimo anche autore della colonna sonora diventata famosissima.

giovedì 10 gennaio 2013

foto 2012

Neve a Roma
la mia gatta
Roma
Pantheon
Roma
Santa Maria sopra Minerva
Cavo
panorama dal Mausoleo Tonietti 
Amsterdam
Vondelpark 
Amsterdam
Vondelpark  di sera
Fiumicino
rientro dei pescherecci al tramonto